Reportage Esclusivo: Rock The Castle Day 1

Reportage Esclusivo: Rock The Castle Day 1

Dopo rinvii vari, a causa della pandemia, Rock The Castle è stato un successo enorme sia per gli artisti saliti sul palco sia per la sensazione di tornare ai vecchi tempi, senza restrizioni, abbracciandosi e realizzando un momento di fraternità e aggregazione.
Vertigo, organizzatore e ideatore di ROCK THE CASTLE, ha portato nei 3 giorni del festival band italiane e internazionali che hanno fatto la storia del metal estremo, heavy classico e del thrash come non si vedeva da anni.

Venerdì 24 Giugno è il giorno 1

Sadist
Arrivo piena di entusiasmo e vogliosa di catturare e immortalare con la mia macchina fotografica ogni istante del festival, sono certa che ci sarà da divertirsi.

Il Rock The Castle si apre ufficialmente con i Sadist che hanno appena pubblicato il loro ultimo album “Firescorched” e loro biografia cartacea uscito per Tsunami Edizioni.

La band di Trevor ha l’ingrato compito di aprire il festival sotto un sole cocente alle 14:30 e dimostra da subito il carattere coriaceo e indomabile, il set è serrato e il sound è sempre potentissimo. I liguri possiedono lo spirito di adattamento che li rende eroici!

Grand Magus
E’ la volta di questo gruppo svedese che inizia il concerto col brano “I’m the North” tratto dall’album Iron Will uscito oramai 14 anni fa. I suoni non sono ottimali e questo rende la loro performance deficitaria, in ogni caso la loro musica è epica ed evocativa e riscuote consenso tra i fan.

Death SS
I Death SS sono la band seminale dell’Heavy metal Italiano, precursori di certo metal oscuro si sono formati nel 1977 e hanno raggiunto meritatamente uno status internazionale, per questo oggi sono la band più attesa.
Sul palco Steve Sylvester e le sue adepte si dimenano diabolicamente avvicendando horror, blasfemia ed erotismo dark. I brani “Chains Of Death” e “Inquisitor” conquistano il pubblico già numeroso e rumoroso sotto palco e lo show diventa epocale.

Venom
Il gruppo inglese è stato, forse, il più penalizzato per l’aspetto dei suoni.
Cronos con una capigliatura ancora fulva e di colore viola possiede il carisma di sempre, catalizza con il suo basso e istiga il pubblico con le corna quasi sempre alzate e con quel ghigno satanico ipnotizza. il set comprende tutto i brani storici, il sound che il pubblico esige è sostenuto da Stuart Dixon alla chitarra e dal devastante drummer Danny Needham e così una dopo l’altra ecco Black Metal”, “Bloodlust”, “Welcome to Hell”, “Countess Bathory” e “In League With Satan”. Il pubblico è in estasi.

Blind Guardian
L’esibizione dei teutonici Blind Guardian è stata perfetta sotto ogni punto di vista, il gruppo esegue il classico “Somewhere far Beyond” col pubblico che canta a memoria ogni singola strofa e ritornello.
Hansi Kursch sa come coinvolgere il pubblico, soprattutto è in forma smagliante e mette una grande energia quando canta.
I guardiani concludono il concerto nel migliore dei modi con due brani classici della band quella “Mirror Mirror” e “Valhalla” che hanno commosso pure la sottoscritta.

Mercyful Fate
Evento a lungo atteso dai cultore di questo genere musicale, circa 25 anni per rirvedere in italia King diamond e soci. Band di origini danesi spaccano ancora, e anzi, sono pronti a tornare con un nuovo album previsto per l’anno prossimo, anticipato da un brano, “The Jackal of Salzburg”.
Un’ora di cambio palco per le scenografie (scale di finto marmo, caproni con gli occhi iniettati di sangue, croci) volute dal frontman King Diamond.

I Mercyful Fate hanno rubato la scena a tutti i gruppi precedenti, la gente è ipnotizzata dal carisma di questa figura che, nonostante l’età, con il suo caratteristico falsetto non sbaglia una nota.
Tonellate di decibel si abbattono sul pubblico infrangendeosi fragorose sulle mura del castello.
La potenza dei grandi classici come “Black Funeral”, “Melissa”, “Curse of the Pharahos”, “Evil”, “Come to The Sabbath” è tale che annichilisce tutto e tutti.

L’ultimo brano è “Satan’s Fall” con la band, che vede in prima linea Hank Shermann e Joey Vera (Armored Saint) che saluta e lascia il RE Diamante da solo che guarda il pubblico, alza le corna al cielo e lentamente risale la scalinata allestita sul palco prima di scomparire nei meandri del buio più profondo.

Testo e foto by Katia Paravati, courtesy by A.N.L. 2022

 

 

 

Pubblicato da virginmusica

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